Nuove speranze per l’Alzheimer: ACI-35.030 mostra risultati promettenti

AC Immune SA ha annunciato i risultati di uno studio clinico di fase 1b/2a su due immunoterapie che prendono di mira la proteina Tau, utilizzate per il trattamento precoce dell’Alzheimer. Lo studio ha confrontato ACI-35.030, sviluppato con la tecnologia SupraAntigen di AC Immune, e JACI-35.054, entrambi diretti contro la stessa sequenza di peptide pTau. ACI-35.030 ha dimostrato una rapida, potente e sostenuta risposta anticorpale contro le forme patologiche di Tau, inclusa la Tau fosforilata (pTau) e la Tau derivata dal cervello (ePHF), dopo una singola dose. Tutti i partecipanti sono risultati rispondenti agli anticorpi anti-pTau IgG entro due settimane, con tassi di risposta tra il 94% e il 100% mantenuti fino alla settimana 74 nei gruppi con dosi elevate. La terapia ha anche mostrato specificità, poiché i livelli di anticorpi contro la Tau normale sono diminuiti con le dosi successive. Al contrario, JACI-35.054 ha prodotto una risposta più variabile e ha richiesto più somministrazioni per raggiungere livelli anticorpali consistenti. Ha anche indotto anticorpi contro la Tau normale dopo la seconda dose, che sono aumentati con ulteriori trattamenti. Non sono stati riportati problemi di sicurezza o tollerabilità clinicamente rilevanti per nessuna delle due terapie. Basandosi sui suoi risultati, ACI-35.030 (noto anche come JNJ-2056) è stato selezionato per avanzare nel trial di fase 2b ReTain in corso, che sta studiando la terapia in circa 500 partecipanti con Alzheimer preclinico. La dott.ssa Andrea Pfeifer, CEO di AC Immune SA, ha dichiarato: ‘Questi dati mostrano che ACI-35.030 (JNJ-2056) è stato ben tollerato a tutti i dosaggi testati e ha indotto una risposta rapida e sostenuta contro la Tau patologica, richiedendo dosi meno frequenti per mantenere i titoli rispetto agli anticorpi monoclonali.’ Ha aggiunto: ‘Questo studio ha anche dimostrato la capacità della piattaforma SupraAntigen di AC Immune di generare immunoterapie attive altamente differenziate da altri approcci, anche quando l’immunogeno è identico.’

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